Linneo identificò ogni specie con un binomio latino: il nome
del genere, comune ad una serie di specie; e il nome specifico, che
caratterizza e distingue le varie specie di quel genere. Questa si chiama
nomenclatura binomiale e il nome formato da due parti è conosciuto come nome
scientifico di una specie. Quando una specie risulta ulteriormente suddivisa,
ad esempio in più sottospecie viene usata la nomenclatura trinomiale.
La scrittura corretta di un nome scientifico prevede che il
nome del genere rechi la prima lettera maiuscola, che la specie sia scritta in
minuscolo (tranne quando sia il genitivo di un nome proprio) e che siano sempre
riportati i dettagli sull’autore e sulla pubblicazione del nome.
La
classificazione viene fatta seguendo i gruppi evidenziati nello schema a
piramide rovesciata, partendo dall’alto dove vita, dominio… comprendono un
numero di esemplari infinitamente enorme, che verranno successivamente
suddivisi fino a Genere, e poi Specie, con i quali si arriva ad ottenere un
singolo esemplare specifico.
Il Dominio
è ancora oggi in fase di studi ed evoluzione, uno schema rappresentativo dei
cambiamenti ai sottogruppi attribuiti al dominio può essere il seguente:
Haeckel (1894) Tre regni
|
Whittaker (1969) Cinque regni
|
Woese (1977) Sei regni
|
Woese (1990) Tre domini
|
Cavalier – Smith (2004) Due domini e Sette regni
|
||
Animalia
|
Animalia
|
Animalia
|
Eukarya
|
Eukaryota
|
Animalia
|
|
Plantae
|
Fungi
|
Fungi
|
Fungi
|
|||
Plantae
|
Plantae
|
Plantae
|
||||
Protozoa
|
Protesta
|
Protesta
|
Chromista
|
? Virus
|
||
Protesta
|
||||||
Monera
|
Eubacteria
|
Bacteria
|
Prokaryota
|
Bacteria
|
||
Archeabacteria
|
Archaea
|
Archaea
|
Ogni gruppo,
o taxon, si può suddividere in sottogruppi, i primi in ordine sono i seguenti:
Dominio : gruppo che rappresenta il
livello più alto della Classificazione scientifica, suddivide le specie in base
alla teoria filogenetica, cioè prendendo in considerazione le differenze
genetiche tra le diverse specie, basate sull’evoluzione temporale degli esseri
viventi.
Regno :
originariamente Linneo divise il mondo dei viventi, secondo il criterio della
mobilità dei regni animali e vegetali: Animalia
e Plantae. Col procedere delle
conoscenze biologiche tale divisione risultò insostenibile in quanto ad esempio:
·
Il regno vegetale comprendeva sia autotrofi che
eterotrofi come i funghi;
·
Tra i microorganismi, specie affini
risultavano appartenere a regni diversi
come ad esempio nei flagellati;
·
I vegetali comprendevano organismi sia eucarioti
che procarioti, poiché i batteri furono inizialmente inseriti tra i Vegetali.
Oggi sono tipicamente riconosciuti, a seconda degli schemi classificativi adottati, fino a sette
diversi regni, variamente aggregati dai diversi autori, e con concessione o meno del taxon di regno alla relativa suddivisione.
Esistono comunque altre classificazioni più fitte, condivise scientificamente,
per adesso, da un ridotto numero di ricercatori.
1.
Archaea, procarioti con caratteristiche
biochimiche uniche, principalmente di composizione della membrana cellulare,
spesso viventi in condizioni ambientali estreme per composizione chimica,
pressione e temperatura, definiti da Carl Woese nel 1977.
2.
Bacteria, batteri o solo eubatteri, in senso
stretto, ovvero privati degli archaea, comprendente la maggior parte dei
procarioti;
3.
Protista, protisti, o protozoi in senso stretto,
costituito dagli Eucarioti unicellulari o pluricellulari, privi di
differenziamento in tessuti, esclusi i Funghi;
4.
Chromista, ora Chromalveolata; cromisti
eucarioti unicellulari o pluricellulari, per la maggior parte foto sintetici,
con caratteristiche proprie, come il reticolo periplastidiale, cloroplasto
costituito da quattro membrane etc, definiti da Thomas Cavalier-Smith nel 1981
(controversa l’attribuzione di regno al gruppo che pare essere polifiletico).
5.
Fungi, funghi, eucarioti eterotrofi,
unicellulari o pluricellulari, individuati da alcune particolarità strutturali
e metaboliche;
6.
Plantae, piante, costituito dagli organismi
autotrofi con differenziamento cellulare (e per alcuni studiosi anche senza
tale differenziamento);
7.
Animalia, animali, costituito dagli organismi
eterotrofi con differenziamento cellulare.
Oltre a questi, è riconosciuto in biologia, con valore
controverso in quanto non appartenente ai biota, - un ottavo regno, quello dei
Virus, che comprende tutti gli organismi privi di struttura cellulare, ma
biochimicamente e quindi riporoduttivamente completamente dipendenti da un
organismo ospite.
Da qui la suddivisione continua selezionando di volta in
volta le specie seguendo le loro caratteristiche.
Per classificare i serpenti in base alle suddivisioni
sopracitate, potremo partire dicendo che fanno
Dominio: Eukaryota
sono uno dei
domini tassonomici, il livello più alto della classificazione scientifica, in
cui si dividono
gli esseri
viventi, sono organismi viventi uni o
pluricellulari costituiti da cellule dotate di nucleo.
Regno: Animalia o Metazoi
Tutti gli
organismi eucarioti, con differenziamento cellulare, eterotrofi e mobili durante
almeno
uno stadio
della loro vita.
Sottoregno: Eumetazoa
Svilupparono
fin dalle origini apertura buccale definita ed organi ben delineati.
Ramo: Bilateria
Definisce
gli organismi quali, visti su un piano di simmetria appaiono in due parti
specularmente
identiche
(l'una il riflesso dell'altra). A seconda dei piani di simmetria che possiedono.
Superphylum:
Deuterostomia
Rappresentano
un gruppo di animali caratterizzati da uno sviluppo embrionale, durante il
quale l'ano si origina dal blastoporo (o nelle sue vicinanze), mentre la bocca
si forma all'estremità opposta.
Phyllium: Chordata
Questo
phylum è basato su una struttura di sostegno interna o notocorda.
Si tratta di
una bacchetta longitudinale, posizionata dorso-medialmente e costituita da
materia elastica, per la presenza di cellule ricche di glicogeno.
Subphylum: Vertebrata
Sono un
subphylum dei cordati, caratterizzato dal possedere una struttura scheletrica
ossea e/o di cartilagine.
Superclasse:
Tetrapoda
Definisce
una superclasse che comprende tutte le specie che: in tutto il loro ciclo
biologico o nella fase adulta vivono sulle terre emerse, possiedono una
respirazione polmonare, una circolazione doppia e un'epidermide cheratinizzata.
Classe: Reptilia
Dal latino
reptilis = "strisciante", rappresentarono la prima classe di
vertebrati svincolatasi dall'ambiente acquatico e quindi adattata, per le
fondamentali funzioni biologiche, alla vita in un ambiente strettamente
terrestre.
Ciò è dovuto
innanzitutto a basilari adattamenti volti ad evitare la disidratazione di uova
e animali:
la pelle
fortemente cheratinizzata e generalmente squamosa, le caratteristiche dell'uovo
dotato di guscio e in grado di permettere la schiusa a sviluppo avanzato
dell'organismo, ed i polmoni maggiormente concamerati di quelli degli anfibi, a
compensare l'assenza di respirazione transcutanea.
La
circolazione è doppia e incompleta, anche se nei coccodrilli il cuore ha i due
ventricoli completamente divisi (internamente, ma riuniti esternamente dal
forame di Panizza).
COSTRITTORI:
Boa e Pitoni sono possenti serpenti
costrittori, queste famiglie comprendono i serpenti più grossi del mondo, fra
gli altri l’anaconda, e i pitoni reticolati, africano e indiano. I Boa e i
Pitoni non si riproducono allo stesso modo. Abitano anche regioni diverse: i
Pitoni si possono trovare in Africa, Asia e Australasia, mentre i Boa sono
presenti soprattutto nelle Americhe e, con un numero più ristretto di specie,
in Africa, in Asia e alcune isole del pacifico.
Storia della classificazione: I rettili erano
definiti un gruppo di animali contenente tartarughe, coccodrilli, lucertole,
serpenti, anfisbene e tuatara. Sulla base di ricerche successive agli anni
2000, è notevolmente passibile di riscrittura.
I tre gruppi di Goodrich: I Sauropsida ("aspetto da
lucertola") e Theropsida ("aspetto da bestia") furono
coniati da E.S. Goodrich. Queste due divisioni vennero fatte grazie alla
morfologia del apparato respiratorio e circolatorio dei diversi organismi. Secondo
Goodrich, entrambe le linee evolutive si evolsero da un gruppo basale, i Protosauria
("prime lucertole"), che includeva alcuni anfibi paleozoici così come
alcuni rettili primitivi.
Il lavoro di Watson: i
Sauropsida includevano Procolophonia, Eosuchia, Millerosauria, Chelonia
(tartarughe), Squamata (lucertole e serpenti), Rhynchocephalia (tuatara),
Crocodilia, Thecodontia, Dinosauria (esclusi ovviamente gli uccelli),
Pterosauria, Ichthyosauria e Sauropterygia.
Questa classificazione non fu mai popolare quanto quella
proposta da Romer, che divise i rettili secondo la posizione delle
"finestre temporali", aperture ai lati del cranio poste dietro gli
occhi. Queste divisioni erano:
Anapsida - nessuna
finestra
Synapsida - una finestra in basso (non più
considerati veri rettili)
Euryapsida - una
finestra in alto (ora inclusi nei Diapsida)
Diapsida - due
finestre
Tutti i gruppi, tranne quello dei Synapsida, vengono inclusi
nei Sauropsida. Attualmente, il termine Sauropsida viene considerato
comunemente sinonimo di Reptilia.
L’ evoluzione ha permesso loro di produrre diverse forme, raggiungendo la massima espansione nell'era mesozoica. Fin dall'inizio della loro storia i rettili si divisero in due principali linee evolutive, la sottoclasse degli anapsidi (Anapsida) e quella dei diapsidi (Diapsida). I primi sono caratterizzati da un cranio compatto e privo di "finestre" per l'inserzione dei muscoli della bocca. I secondi sono caratterizzati da un cranio con ampie finestrature per l'inserzione dei muscoli.
Gli ordini attuali dei rettili sono:
·
I cheloni
, ovvero tartarughe e testuggini, unici rappresentanti viventi del grande
gruppo degli anapsidi.
·
I loricati,
comprendenti coccodrilli, alligatori, caimani e gaviali.
·
I rincocefali,
rappresentati da due sole specie appartenenti allo stesso genere: i tuatara.
·
Gli squamati,
comprendenti i sauri (lucertole ed affini -iguane, varani, anfisbene, gechi,
etc.) e gli ofidi (ovvero i serpenti).
Ora che abbiamo
definito il grande mondo dei rettili andiamo a stringere sugli ofidi, che si
distinguono dagli altri nell’ordine degli Squamata.
È l’ordine più grande esistente attualmente, che include
le lucertole e i serpenti. Si distinguono dagli altri rettili a per la loro
pelle, che è ricoperta da squame cornee. Inoltre, gli squamati posseggono il
quadrato mobile; ciò rende possibile muovere la mascella superiore vicino alla
scatola cranica. Questo meccanismo è particolarmente visibile nei serpenti, che
sono capaci di spalancare completamente le loro fauci per inghiottire prede
molto grandi. Gli squamati sono anche l'unico gruppo di rettili in cui si
possono trovare specie vivipare e ovovivipare, accanto alle solite forme
ovipare.
L’ordine è
suddiviso in 3 sottordini, a noi interessa quello dei Serpentes.
La
filogenesi dei serpenti è collegata strettamente a quella delle lucertole (nome
comune dei rettili appartenenti sottordine Sauria), con i quali costituiscono
l' ordine Squamata. Esistono molte specie di lucertole prive di arti che
assomigliano in modo superficiale ai serpenti, ma la loro parentela è più
lontana di quanto possa sembrare. I serpenti, inadatti a vivere in un clima
freddo, nelle zone temperate quando arriva l'inverno si abbandonano a una sorta
di coma letargico fino alla fine dell'inverno. La scienza che studia i serpenti
è chiamata ofiologia e i suoi studiosi ofiologi.
Cominciamo a
fare un po’ di chiarezza sui serpenti quindi!
Innanzitutto
potremo suddividerli in grandi gruppi, e visto che ci siamo andiamo anche ad
analizzarli uno per uno.
Partiamo dai
meno conosciuti:
LEPTOTIFLOPI
& TIFLOPI: chiamati anche “serpenti ciechi” o “ serpenti matita”, vivono
nel sottosuolo ed escono in superficie solo per mancanza di cibo o inondazioni.
Hanno il corpo slanciato e cilindrico, rivestito di squame lisce e lucenti che
permettono loro di muoversi agevolmente attraverso terra e sabbia.
Il loro
cranio ha una struttura più robusta rispetto agli altri serpenti; le mascelle
non si possono aprire completamente ed hanno pochi denti. Gli occhi sono
protetti da una squama che li protegge, ma li rende poco funzionali. La
diffusione dei Leptotiflopi e dei Tiflopi è ristretta alle zone tropicali e
subtropicali. Si possono trovare spesso nei nidi di termiti e formiche, delle
quali si nutrono.
Comprendono
circa 319 specie divise in 3 famiglie.
VIPERIDI:
sono i più evoluti fra tutti i serpenti. Hanno lunghi denti articolati e alcuni
una coppia di fosse termosensibili poste fra gli occhi e le narici. Si trovano
in molti climi, e rispetto ad altri serpenti sono adattati meglio a sopportare
le temperature rigide. Molti vivono ad altitudini elevate o in aree desertiche,
dagli inverni freddi.
In genere i
Viperidi sono corti e robusti con grandi teste triangolari a squame carenate
scabrose. Hanno lunghi denti, che quando non sono utilizzati restano ripiegati
contro la volta palatina, e grosse ghiandole velenifere.
Sono
piuttosto indolenti e si affidano alla colorazione e ai disegni intricati per
mimetizzarsi con l’ambiente circostante. La sensibilità al calore è più
raffinata degli altri serpenti. Grazie ai loro sensori termosensibili, non solo
rilevano la presenza della preda, ma ne valutano anche la distanza e la
posizione.
I Crotali,
hanno un organo ammonitore molto particolare, simile ad un sonaglio, posto
all’estremità della coda.
La maggior
parte dei Viperidi cattura la preda con l’agguato. Alcuni si servono
dell’estremità della coda, vivacemente colorata, come esca. Si proiettano in
avanti con la bocca aperta e colpiscono la vittima con i denti, lunghi tanto da
trapassare pelo e piume fino a giungere agli organi vitali.
Il veleno
cambia da una specie all’altra, ma spesso contiene enzimi che sciolgono le
cellule ematiche e provocano emorragie interne. Poiché il veleno agisce
piuttosto lentamente, i Viperidi ne inoculano molto.
Comprendono
circa 228 specie.
ELAPIDI:
nonostante comprendano meno di un decimo dei serpenti del mondo, sono tutti
velenosi, molti in modo pericoloso. Fanno parte di questa famiglia; cobra,
serpenti corallo, mamba, laticuada e serpenti di mare, tutti distribuiti ai
tropici e nell’emisfero meridionale.
Alcuni sono
predatori veloci con abitudini diurne, altri cacciano di notte.
I serpenti
di mare e i laticuada sono esclusivamente marini.
Gli Elapidi,
strettamente imparentati con i colubridi, hanno un aspetto simile, ma
differiscono per i denti impiantati sulla parete anteriore della mascella. Ciò
consente loro di inoculare il veleno con un solo colpo
repentino e letale.
Il loro
corpo è slanciato, approssimativamente cilindrico, rivestito di squame lisce e
lucenti. I serpenti di mare, talvolta classificati come famiglia a se, sono
assai differenti, con la coda appiattita ai lati, adattata al nuoto. La
maggioranza degli Elapidi terricoli ha colori e disegni mimetici, i serpenti
corallo, al contrario, hanno disegni sgargianti. Alcuni cobra intimidiscono i
nemici sollevando da terra la parte anteriore del corpo ed espandendo le
costole su cui si tende la pelle del collo che forma così una sorta di cappuccio.
Il veleno è
di tossicità variabile. La maggior parte di essi fra cui anche i cobra,
inoculano un veleno che paralizza i muscoli della respirazione. In alcuni
elapidi il veleno discende convogliato da scanalature nella faccia posteriore
dei denti, mentre in altri i denti hanno un canale velenifero interno.
Includono sia alcuni
dei serpenti pericolosi, sia altri inoffensivi o troppo piccoli per nuocere.
Comprendono
circa 291 specie.
COLUBRIDI:
qualche volta definiti”serpenti tipici”, sono una famiglia che comprende i 2
terzi di tutte le specie di serpenti. Ne fanno parte i serpenti giarrettiera,
le natrici dal collare e i biacchi.
Presenti in
tutto il mondo ad eccezione dell’Antartide, sono i serpenti più diffusi in
tutti i continenti, tranne che in Australia, per numero sia di specie, sia di
individui.
Vivono in
habitat che variano dai laghi alle paludi costiere, agli acquitrini, agli
estuari, alle foreste pluviali, ai deserti più aridi.
La varietà
di abitudini ed ambienti fa sì che abbiano una vasta gamma di forme, dimensioni
e colori.
In tutto il
mondo però i serpenti velenosi con i denti impiantati posteriormente sono
Colubridi.
Hanno in
comune molte caratteristiche anatomiche, in tutte le specie il polmone sinistro
è atrofizzato ed il cingolo pelvico è assente. Inoltre i serpenti di questa
famiglia mancano dell’apofisi della mandibola detta “coronide”. Queste tre caratteristiche distinguono i
Colubridi dai più arcaici Tiflopi, Leptotiflopi e Boidi.
I Colubridi
differiscono da questi gruppi anche per il cranio più flessibile che,
consentendo la disarticolazione totale delle mascelle, permette l’ingestione di
prede molto grosse. Ciò è possibile perché le 2 ossa della mandibola non sono
connesse tra loro. Fatta eccezione per un ristretto numero di specie, i
Colubridi hanno la tasta rivestita di grandi squame simili a scudi. Queste li
distinguono dai boa, dai pitoni, e dalla maggior parte delle vipere.
La
disposizione delle squame del capo generalmente è comune a tutta una specie e
può quindi essere un carattere utile per l’identificazione.
Alcuni
Colubridi, come i serpenti pilota, uccidono la preda stritolandola. Benché la
maggioranza di loro non sia velenosa, circa un terzo delle specie
possiede un apparato velenifero, la “ghiandola di Duvernoy”, che fa fluire
veleno alla radice di grossi denti posti nella parte posteriore della bocca. La
maggior parte dei Colubridi velenosi ha un solo paio di denti veleniferi, mentre altri
ne hanno 2 o 3 paia. I denti provocano una ferita in cui il veleno scorre per
capillarità. I denti veleniferi dei Colubridi non sono cavi, pur essendo dotati
di una scanalatura, che ne percorre la parte posteriore, lungo la quale viene
convogliato il veleno. La maggioranza dei serpenti con i denti veleniferi
posteriori è poco pericolosa per l’uomo, perché i denti sono posti troppo
indietro per poter entrare in funzione in un eventuale morso, a meno che
l’animali non mastichi ripetutamente, tuttavia va anche evidenziato che il serpente minacciato, che prevede di attaccare, si riempie la bocca di veleno in modo tale che il morso sia ad ogni modo velenoso ; comunque il veleno che inoculano non è
potente. Alcune specie ciò nonostante hanno mietuto vittime fra gli esseri umani.
I Colubridi comprendono
circa 1858 specie.
Le specie
affini, per la maggior parte costrittrici, comprendono gli iridescenti
xenopeltidi, e gli acquatici serpenti verrucosi.
I serpenti
di questo gruppo spesso sono considerati come relativamente arcaici. Hanno il
cranio più massiccio e le mascelle più rigide rispetto ah serpenti più evoluti.
Hanno anche conservato parecchie caratteristiche anatomiche dei Tetrapodi da
cui discendono. Fra queste, il cingolo pelvico e, in molte specie, i resti di
arti inferiori regrediti, ora visibili sottoforma di piccole zampe o speroni.
Tutte le specie hanno 2 polmoni funzionanti. In molte specie i Boidi e
Pitonoidi sono presenti nelle squame labiali delle aperture termosensibili che
servono alla localizzazione della preda al buio. Alcuni degli affini sono più
piccoli, ma per altri aspetti, esternamente molto simili. Ne sono un esempio i
Boa nani e i Bolieridi. Alcune specie hanno livree sgargianti e altre, come gli
xenopeltidi, hanno squame estremamente iridescenti.
I serpenti
verrucosi sono specializzati per la vita nell’acqua e sono effettivamente molto
impacciati a terra.
Hanno squame
scabrose, ruvide al tatto, un adattamento utile per catturare e costringere i
pesci di cui si nutrono.
Pur non
essendo gli unici serpenti che uccidono la preda stritolandola, la maggior
parte delle specie costrittrici è compresa nel gruppo dei Boidi e Pitonoidi.
Una volta
individuata la preda, il serpente lancia una o più spire attorno all’animale.
Ogni volta che la vittima espira, il serpente aumenta la stretta. Alla fine la
vittima non muore stritolata, ma soffocata, perché non riesce più a respirare o
perchè il cuore non riesce più a pompare sangue. Alcune prede muoiono
addirittura d’infarto nel m omento dell’attacco.
Quando la
preda è morta, il serpente allenta la stretta e cerca la testa per inghiottirla
per prima, liberando lentamente il resto del corpo dalle sue spire. La
costrizione è più efficace nella sopraffazione di prede come uccelli e
mammiferi, che, essendo animali a sangue caldo, hanno bisogno di respirare
frequentemente.
Comprendono
circa 149 specie divise in 11 famiglie.
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