CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA


Linneo identificò ogni specie con un binomio latino: il nome del genere, comune ad una serie di specie; e il nome specifico, che caratterizza e distingue le varie specie di quel genere. Questa si chiama nomenclatura binomiale e il nome formato da due parti è conosciuto come nome scientifico di una specie. Quando una specie risulta ulteriormente suddivisa, ad esempio in più sottospecie viene usata la nomenclatura trinomiale.
La scrittura corretta di un nome scientifico prevede che il nome del genere rechi la prima lettera maiuscola, che la specie sia scritta in minuscolo (tranne quando sia il genitivo di un nome proprio) e che siano sempre riportati i dettagli sull’autore e sulla pubblicazione del nome.
Es. : Bacillus rossius Rossi, 1788
 

La classificazione viene fatta seguendo i gruppi evidenziati nello schema a piramide rovesciata, partendo dall’alto dove vita, dominio… comprendono un numero di esemplari infinitamente enorme, che verranno successivamente suddivisi fino a Genere, e poi Specie, con i quali si arriva ad ottenere un singolo esemplare specifico.

Il Dominio è ancora oggi in fase di studi ed evoluzione, uno schema rappresentativo dei cambiamenti ai sottogruppi attribuiti al dominio può essere il seguente:
Haeckel (1894) Tre regni
Whittaker (1969) Cinque regni
Woese (1977) Sei regni
Woese (1990) Tre domini
Cavalier – Smith (2004) Due domini e Sette regni

Animalia
Animalia
Animalia


Eukarya


Eukaryota
Animalia
Plantae
Fungi
Fungi
Fungi
Plantae
Plantae
Plantae

  
Protozoa

Protesta

Protesta
Chromista
? Virus
Protesta




Monera
Eubacteria
Bacteria

Prokaryota
Bacteria
Archeabacteria
Archaea
Archaea














Ogni gruppo, o taxon, si può suddividere in sottogruppi, i primi in ordine sono i seguenti:
Dominio : gruppo che rappresenta il livello più alto della Classificazione scientifica, suddivide le specie in base alla teoria filogenetica, cioè prendendo in considerazione le differenze genetiche tra le diverse specie, basate sull’evoluzione temporale degli esseri viventi.

Regno : originariamente Linneo divise il mondo dei viventi, secondo il criterio della mobilità dei regni animali e vegetali: Animalia e Plantae. Col procedere delle conoscenze biologiche tale divisione risultò insostenibile in quanto ad esempio:
·         Il regno vegetale comprendeva sia autotrofi che eterotrofi come i funghi;
·         Tra i microorganismi, specie affini risultavano  appartenere a regni diversi come ad esempio nei flagellati;
·         I vegetali comprendevano organismi sia eucarioti che procarioti, poiché i batteri furono inizialmente inseriti tra i Vegetali.
Oggi sono tipicamente riconosciuti, a seconda degli schemi classificativi adottati, fino a sette diversi regni, variamente aggregati dai diversi autori, e con concessione o meno del taxon di regno alla relativa suddivisione. Esistono comunque altre classificazioni più fitte, condivise scientificamente, per adesso, da un ridotto numero di ricercatori.
1.      Archaea, procarioti con caratteristiche biochimiche uniche, principalmente di composizione della membrana cellulare, spesso viventi in condizioni ambientali estreme per composizione chimica, pressione e temperatura, definiti da Carl Woese nel 1977.
2.      Bacteria, batteri o solo eubatteri, in senso stretto, ovvero privati degli archaea, comprendente la maggior parte dei procarioti;
3.      Protista, protisti, o protozoi in senso stretto, costituito dagli Eucarioti unicellulari o pluricellulari, privi di differenziamento in tessuti, esclusi i Funghi;
4.      Chromista, ora Chromalveolata; cromisti eucarioti unicellulari o pluricellulari, per la maggior parte foto sintetici, con caratteristiche proprie, come il reticolo periplastidiale, cloroplasto costituito da quattro membrane etc, definiti da Thomas Cavalier-Smith nel 1981 (controversa l’attribuzione di regno al gruppo che pare essere polifiletico).
5.      Fungi, funghi, eucarioti eterotrofi, unicellulari o pluricellulari, individuati da alcune particolarità strutturali e metaboliche;
6.      Plantae, piante, costituito dagli organismi autotrofi con differenziamento cellulare (e per alcuni studiosi anche senza tale differenziamento);
7.      Animalia, animali, costituito dagli organismi eterotrofi con differenziamento cellulare.
Oltre a questi, è riconosciuto in biologia, con valore controverso in quanto non appartenente ai biota, - un ottavo regno, quello dei Virus, che comprende tutti gli organismi privi di struttura cellulare, ma biochimicamente e quindi riporoduttivamente completamente dipendenti da un organismo ospite.


Da qui la suddivisione continua selezionando di volta in volta le specie seguendo le loro caratteristiche.

Per classificare i serpenti in base alle suddivisioni sopracitate, potremo partire dicendo che fanno
parte della Classe dei Rettili, ma cosa sono precisamente i rettili??

Dominio: Eukaryota
sono uno dei domini tassonomici, il livello più alto della classificazione scientifica, in cui si dividono
gli esseri viventi,  sono organismi viventi uni o pluricellulari costituiti da cellule dotate di nucleo.

Regno: Animalia o Metazoi
Tutti gli organismi eucarioti, con differenziamento cellulare, eterotrofi e mobili durante almeno
uno stadio della loro vita.

Sottoregno: Eumetazoa
Svilupparono fin dalle origini apertura buccale definita ed organi ben delineati.

Ramo: Bilateria
Definisce gli organismi quali, visti su un piano di simmetria appaiono in due parti specularmente
identiche (l'una il riflesso dell'altra). A seconda dei piani di simmetria che possiedono.

Superphylum: Deuterostomia
Rappresentano un gruppo di animali caratterizzati da uno sviluppo embrionale, durante il quale l'ano si origina dal blastoporo (o nelle sue vicinanze), mentre la bocca si forma all'estremità opposta.

Phyllium: Chordata
Questo phylum è basato su una struttura di sostegno interna o notocorda.
Si tratta di una bacchetta longitudinale, posizionata dorso-medialmente e costituita da materia elastica, per la presenza di cellule ricche di glicogeno.

Subphylum: Vertebrata
Sono un subphylum dei cordati, caratterizzato dal possedere una struttura scheletrica ossea e/o di cartilagine.

Superclasse: Tetrapoda
Definisce una superclasse che comprende tutte le specie che: in tutto il loro ciclo biologico o nella fase adulta vivono sulle terre emerse, possiedono una respirazione polmonare, una circolazione doppia e un'epidermide cheratinizzata.
Classe: Reptilia
Dal latino reptilis = "strisciante", rappresentarono la prima classe di vertebrati svincolatasi dall'ambiente acquatico e quindi adattata, per le fondamentali funzioni biologiche, alla vita in un ambiente strettamente terrestre.
Ciò è dovuto innanzitutto a basilari adattamenti volti ad evitare la disidratazione di uova e animali:
la pelle fortemente cheratinizzata e generalmente squamosa, le caratteristiche dell'uovo dotato di guscio e in grado di permettere la schiusa a sviluppo avanzato dell'organismo, ed i polmoni maggiormente concamerati di quelli degli anfibi, a compensare l'assenza di respirazione transcutanea.
La circolazione è doppia e incompleta, anche se nei coccodrilli il cuore ha i due ventricoli completamente divisi (internamente, ma riuniti esternamente dal forame di Panizza).



Storia della classificazione: I rettili erano definiti un gruppo di animali contenente tartarughe, coccodrilli, lucertole, serpenti, anfisbene e tuatara. Sulla base di ricerche successive agli anni 2000, è notevolmente passibile di riscrittura.
I tre gruppi di Goodrich: I  Sauropsida ("aspetto da lucertola") e Theropsida ("aspetto da bestia") furono coniati da E.S. Goodrich. Queste due divisioni vennero fatte grazie alla morfologia del apparato respiratorio e circolatorio dei diversi organismi. Secondo Goodrich, entrambe le linee evolutive si evolsero da un gruppo basale, i Protosauria ("prime lucertole"), che includeva alcuni anfibi paleozoici così come alcuni rettili primitivi.
Il lavoro di Watson: i Sauropsida includevano Procolophonia, Eosuchia, Millerosauria, Chelonia (tartarughe), Squamata (lucertole e serpenti), Rhynchocephalia (tuatara), Crocodilia, Thecodontia, Dinosauria (esclusi ovviamente gli uccelli), Pterosauria, Ichthyosauria e Sauropterygia.
Questa classificazione non fu mai popolare quanto quella proposta da Romer, che divise i rettili secondo la posizione delle "finestre temporali", aperture ai lati del cranio poste dietro gli occhi. Queste divisioni erano:

    Anapsida - nessuna finestra
    Synapsida - una finestra in basso (non più considerati veri rettili)
    Euryapsida - una finestra in alto (ora inclusi nei Diapsida)
    Diapsida - due finestre

Tutti i gruppi, tranne quello dei Synapsida, vengono inclusi nei Sauropsida. Attualmente, il termine Sauropsida viene considerato comunemente sinonimo di Reptilia.

L’ evoluzione ha permesso loro di produrre diverse forme, raggiungendo la massima espansione nell'era mesozoica. Fin dall'inizio della loro storia i rettili si divisero in due principali linee evolutive, la sottoclasse degli anapsidi (Anapsida) e quella dei diapsidi (Diapsida). I primi sono caratterizzati da un cranio compatto e privo di "finestre" per l'inserzione dei muscoli della bocca. I secondi sono caratterizzati da un cranio con ampie finestrature per l'inserzione dei muscoli.

Gli ordini attuali dei rettili sono:
·         I cheloni , ovvero tartarughe e testuggini, unici rappresentanti viventi del grande gruppo degli anapsidi.
·         I loricati, comprendenti coccodrilli, alligatori, caimani e gaviali.
·         I rincocefali, rappresentati da due sole specie appartenenti allo stesso genere: i tuatara.
·         Gli squamati, comprendenti i sauri (lucertole ed affini -iguane, varani, anfisbene, gechi, etc.) e gli ofidi (ovvero i serpenti).


Ora che abbiamo definito il grande mondo dei rettili andiamo a stringere sugli ofidi, che si distinguono dagli altri nell’ordine degli Squamata.
È l’ordine  più grande esistente attualmente, che include le lucertole e i serpenti. Si distinguono dagli altri rettili a per la loro pelle, che è ricoperta da squame cornee. Inoltre, gli squamati posseggono il quadrato mobile; ciò rende possibile muovere la mascella superiore vicino alla scatola cranica. Questo meccanismo è particolarmente visibile nei serpenti, che sono capaci di spalancare completamente le loro fauci per inghiottire prede molto grandi. Gli squamati sono anche l'unico gruppo di rettili in cui si possono trovare specie vivipare e ovovivipare, accanto alle solite forme ovipare.
L’ordine è suddiviso in 3 sottordini, a noi interessa quello dei  Serpentes.
La filogenesi dei serpenti è collegata strettamente a quella delle lucertole (nome comune dei rettili appartenenti sottordine Sauria), con i quali costituiscono l' ordine Squamata. Esistono molte specie di lucertole prive di arti che assomigliano in modo superficiale ai serpenti, ma la loro parentela è più lontana di quanto possa sembrare. I serpenti, inadatti a vivere in un clima freddo, nelle zone temperate quando arriva l'inverno si abbandonano a una sorta di coma letargico fino alla fine dell'inverno. La scienza che studia i serpenti è chiamata ofiologia e i suoi studiosi ofiologi.

Cominciamo a fare un po’ di chiarezza sui serpenti quindi!
Innanzitutto potremo suddividerli in grandi gruppi, e visto che ci siamo andiamo anche ad analizzarli uno per uno.

Partiamo dai meno conosciuti:

LEPTOTIFLOPI & TIFLOPI: chiamati anche “serpenti ciechi” o “ serpenti matita”, vivono nel sottosuolo ed escono in superficie solo per mancanza di cibo o inondazioni. Hanno il corpo slanciato e cilindrico, rivestito di squame lisce e lucenti che permettono loro di muoversi agevolmente attraverso terra e sabbia.
Il loro cranio ha una struttura più robusta rispetto agli altri serpenti; le mascelle non si possono aprire completamente ed hanno pochi denti. Gli occhi sono protetti da una squama che li protegge, ma li rende poco funzionali. La diffusione dei Leptotiflopi e dei Tiflopi è ristretta alle zone tropicali e subtropicali. Si possono trovare spesso nei nidi di termiti e formiche, delle quali si nutrono.
Comprendono circa 319 specie divise in 3 famiglie.

VIPERIDI: sono i più evoluti fra tutti i serpenti. Hanno lunghi denti articolati e alcuni una coppia di fosse termosensibili poste fra gli occhi e le narici. Si trovano in molti climi, e rispetto ad altri serpenti sono adattati meglio a sopportare le temperature rigide. Molti vivono ad altitudini elevate o in aree desertiche, dagli inverni freddi.
In genere i Viperidi sono corti e robusti con grandi teste triangolari a squame carenate scabrose. Hanno lunghi denti, che quando non sono utilizzati restano ripiegati contro la volta palatina, e grosse ghiandole velenifere.
Sono piuttosto indolenti e si affidano alla colorazione e ai disegni intricati per mimetizzarsi con l’ambiente circostante. La sensibilità al calore è più raffinata degli altri serpenti. Grazie ai loro sensori termosensibili, non solo rilevano la presenza della preda, ma ne valutano anche la distanza e la posizione.
I Crotali, hanno un organo ammonitore molto particolare, simile ad un sonaglio, posto all’estremità della coda.
La maggior parte dei Viperidi cattura la preda con l’agguato. Alcuni si servono dell’estremità della coda, vivacemente colorata, come esca. Si proiettano in avanti con la bocca aperta e colpiscono la vittima con i denti, lunghi tanto da trapassare pelo e piume fino a giungere agli organi vitali.
Il veleno cambia da una specie all’altra, ma spesso contiene enzimi che sciolgono le cellule ematiche e provocano emorragie interne. Poiché il veleno agisce piuttosto lentamente, i Viperidi ne inoculano molto.
Comprendono circa 228 specie.

ELAPIDI: nonostante comprendano meno di un decimo dei serpenti del mondo, sono tutti velenosi, molti in modo pericoloso. Fanno parte di questa famiglia; cobra, serpenti corallo, mamba, laticuada e serpenti di mare, tutti distribuiti ai tropici e nell’emisfero meridionale.
Alcuni sono predatori veloci con abitudini diurne, altri cacciano di notte.
I serpenti di mare e i laticuada sono esclusivamente marini.
Gli Elapidi, strettamente imparentati con i colubridi, hanno un aspetto simile, ma differiscono per i denti impiantati sulla parete anteriore della mascella. Ciò consente loro di inoculare il veleno con un solo colpo
repentino e letale.
Il loro corpo è slanciato, approssimativamente cilindrico, rivestito di squame lisce e lucenti. I serpenti di mare, talvolta classificati come famiglia a se, sono assai differenti, con la coda appiattita ai lati, adattata al nuoto. La maggioranza degli Elapidi terricoli ha colori e disegni mimetici, i serpenti corallo, al contrario, hanno disegni sgargianti. Alcuni cobra intimidiscono i nemici sollevando da terra la parte anteriore del corpo ed espandendo le costole su cui si tende la pelle del collo che forma così una sorta di cappuccio.
Il veleno è di tossicità variabile. La maggior parte di essi fra cui anche i cobra, inoculano un veleno che paralizza i muscoli della respirazione. In alcuni elapidi il veleno discende convogliato da scanalature nella faccia posteriore dei denti, mentre in altri i denti hanno un canale velenifero interno.
Includono sia alcuni dei serpenti pericolosi, sia altri inoffensivi o troppo piccoli per nuocere.
Comprendono circa 291 specie.

COLUBRIDI: qualche volta definiti”serpenti tipici”, sono una famiglia che comprende i 2 terzi di tutte le specie di serpenti. Ne fanno parte i serpenti giarrettiera, le natrici dal collare e i biacchi.
Presenti in tutto il mondo ad eccezione dell’Antartide, sono i serpenti più diffusi in tutti i continenti, tranne che in Australia, per numero sia di specie, sia di individui.
Vivono in habitat che variano dai laghi alle paludi costiere, agli acquitrini, agli estuari, alle foreste pluviali, ai deserti più aridi.
La varietà di abitudini ed ambienti fa sì che abbiano una vasta gamma di forme, dimensioni e colori.
In tutto il mondo però i serpenti velenosi con i denti impiantati posteriormente sono Colubridi.
Hanno in comune molte caratteristiche anatomiche, in tutte le specie il polmone sinistro è atrofizzato ed il cingolo pelvico è assente. Inoltre i serpenti di questa famiglia mancano dell’apofisi della mandibola detta “coronide”.  Queste tre caratteristiche distinguono i Colubridi dai più arcaici Tiflopi, Leptotiflopi e Boidi.
I Colubridi differiscono da questi gruppi anche per il cranio più flessibile che, consentendo la disarticolazione totale delle mascelle, permette l’ingestione di prede molto grosse. Ciò è possibile perché le 2 ossa della mandibola non sono connesse tra loro. Fatta eccezione per un ristretto numero di specie, i Colubridi hanno la tasta rivestita di grandi squame simili a scudi. Queste li distinguono dai boa, dai pitoni, e dalla maggior parte delle vipere.
La disposizione delle squame del capo generalmente è comune a tutta una specie e può quindi essere un carattere utile per l’identificazione.
Alcuni Colubridi, come i serpenti pilota, uccidono la preda stritolandola. Benché la maggioranza di loro non sia velenosa, circa un terzo delle specie possiede un apparato velenifero, la “ghiandola di Duvernoy”, che fa fluire veleno alla radice di grossi denti posti nella parte posteriore della bocca. La maggior parte dei Colubridi velenosi ha un solo paio di denti veleniferi, mentre altri ne hanno 2 o 3 paia. I denti provocano una ferita in cui il veleno scorre per capillarità. I denti veleniferi dei Colubridi non sono cavi, pur essendo dotati di una scanalatura, che ne percorre la parte posteriore, lungo la quale viene convogliato il veleno. La maggioranza dei serpenti con i denti veleniferi posteriori è poco pericolosa per l’uomo, perché i denti sono posti troppo indietro per poter entrare in funzione in un eventuale morso, a meno che l’animali non mastichi ripetutamente, tuttavia va anche evidenziato che il serpente minacciato, che prevede di attaccare, si riempie la bocca di veleno in modo tale che il morso sia ad ogni modo velenoso ; comunque il veleno che inoculano non è potente. Alcune specie ciò nonostante hanno mietuto vittime fra gli esseri umani.
I Colubridi comprendono circa 1858 specie.
 COSTRITTORI:   Boa e Pitoni sono possenti serpenti costrittori, queste famiglie comprendono i serpenti più grossi del mondo, fra gli altri l’anaconda, e i pitoni reticolati, africano e indiano. I Boa e i Pitoni non si riproducono allo stesso modo. Abitano anche regioni diverse: i Pitoni si possono trovare in Africa, Asia e Australasia, mentre i Boa sono presenti soprattutto nelle Americhe e, con un numero più ristretto di specie, in Africa, in Asia e alcune isole del pacifico.
Le specie affini, per la maggior parte costrittrici, comprendono gli iridescenti xenopeltidi, e gli acquatici serpenti verrucosi.
I serpenti di questo gruppo spesso sono considerati come relativamente arcaici. Hanno il cranio più massiccio e le mascelle più rigide rispetto ah serpenti più evoluti. Hanno anche conservato parecchie caratteristiche anatomiche dei Tetrapodi da cui discendono. Fra queste, il cingolo pelvico e, in molte specie, i resti di arti inferiori regrediti, ora visibili sottoforma di piccole zampe o speroni. Tutte le specie hanno 2 polmoni funzionanti. In molte specie i Boidi e Pitonoidi sono presenti nelle squame labiali delle aperture termosensibili che servono alla localizzazione della preda al buio. Alcuni degli affini sono più piccoli, ma per altri aspetti, esternamente molto simili. Ne sono un esempio i Boa nani e i Bolieridi. Alcune specie hanno livree sgargianti e altre, come gli xenopeltidi, hanno squame estremamente iridescenti.
I serpenti verrucosi sono specializzati per la vita nell’acqua e sono effettivamente molto impacciati a terra.
Hanno squame scabrose, ruvide al tatto, un adattamento utile per catturare e costringere i pesci di cui si nutrono.
Pur non essendo gli unici serpenti che uccidono la preda stritolandola, la maggior parte delle specie costrittrici è compresa nel gruppo dei Boidi e Pitonoidi.
Una volta individuata la preda, il serpente lancia una o più spire attorno all’animale. Ogni volta che la vittima espira, il serpente aumenta la stretta. Alla fine la vittima non muore stritolata, ma soffocata, perché non riesce più a respirare o perchè il cuore non riesce più a pompare sangue. Alcune prede muoiono addirittura d’infarto nel m omento dell’attacco.
Quando la preda è morta, il serpente allenta la stretta e cerca la testa per inghiottirla per prima, liberando lentamente il resto del corpo dalle sue spire. La costrizione è più efficace nella sopraffazione di prede come uccelli e mammiferi, che, essendo animali a sangue caldo, hanno bisogno di respirare frequentemente.
Comprendono circa 149 specie divise in 11 famiglie.


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