TERRARIO

Lo scopo del terrario sarà quello di ricreare il più possibile un ambiente ideale per la loro sopravvivenza mettendo a disposizione dell’ofide tutto ciò di cui necessita.
Il terrario è un componente fondamentale dell’allevamento, da esso dipende la corretta crescita dell’animale o purtroppo, spesso, è causa di gravi problematiche che possono portarelo alla morte.
Il terrario deve presentare almeno una parete mobile, che permetta l’accesso all’interno della teca, e delle aperture opportunamente ricoperte da griglie di plastica o metallo, che favoriscano una sufficiente ed indispensabile ventilazione all’interno della teca, le griglie di ventilazione ideali dovrebbero essere posizionate una in basso e una in alto nella parete opposta, in modo così da garantire un perfetto riciclo d’aria, aiutato dalla fonte di calore della teca, che riscaldando l’aria al suo interno la farà salire, uscirà quindi dalla griglia superiore facendone entrare di nuova dalla griglia inferiore.
La chiusura dovrà essere sicura ed a prova di fuga, ma si dovrà accedere facilmente all’interno del terrario per effettuare la manutenzione (rimozione degli escrementi e dell’exuvia, cambio dell’acqua, somministrazione del cibo, controllo del sistema di riscaldamento ed illuminazion…), sul mercato si trovano degli utilissimi e praticissimi lucchetti che vanno inseriti tra la fessura dei 2 vetri, bloccandone così lo scorrimento (per i terrari classici con 2 vetri scorrevoli).

Il terrario dovrà avere dimensioni adeguate per il rettile che dovrà ospitare, attenzione che più è grande più va riscaldato e che, di conseguenza aumentano anche i costi di gestione.

Generalmente si trovano 2 tipi di terrari (parlando di materiale di costruzione), in vetro o in legno, che comunque hanno la parete frontale in vetro, magari con 2 lastre di scorrimento su binari metallici.
Ci sono 2 scuole di pensiero, a favore di uno o dell’altro terrario, in entrambe le tipologie comunque abbiamo vantaggi e svantaggi:

vantaggi
Svantaggi
Terrario in vetro
·         Aspetto gradevole
·         Buon impatto visivo come oggetto d’ arredamento
·         Facile pulizia e disinfezione (soprattutto in caso di malattie e parassiti)
·         Fragilità
·         Dispersione di calore
·         Stressa il serpente
·         Difficoltà di installazione di attrezzatura al suo interno (se non predisposto)
Terrario in legno
·         Materiale naturale
·         Agevola l’installazione di attrezzature all’interno

·         Materiale combustibile
·         Lavorazione più lunga per la costruzione
·         Difficoltà nella disinfezione


Un’altra distinzione si può fare tra terrari naturali e semisterili, i primi ricreano un ambiente più simile a quello in natura, mentre i secondi sono strettamente più funzionali l’asciando in secondo luogo l’estetica.

vantaggi
Svantaggi
Terrario naturale
·         Esteticamente gradevole
·         Può costituire un oggetto d’arredamento
·         Meno stressante per l’animale
·         Pulizia difficoltosa
·         Fonte di parassiti/muffe
·         Rischio maggiore di infezioni
Terrario semisterile
·         Pratico nella manutenzione
·         Minor rischi per l’animale
·         Più controllo
·         Esteticamente spoglio


Un altro punto di enorme discussione è il substrato da utilizzare come fondo/lettiera della teca, anche qui ci sono diverse scuole di pensiero, io mi limiterò ad elencare i vari tipo di substrato che conosco evidenziandone eventuali punto a favore o a sfavore.

sterile
abrasivo
Pericolo se ingerito
igenico
Facilità di sostituzione
economico
estetico
riciclabile
Carta da giornale
X
X
X
X
Asciugamani
X
X
X
Moquette
X
X
X
X
Pellet per roditori
X
X
X
X
X
X
Segatura
(la segatura di cedro è tossica)
X
X
X
X
X
Trucioli
X
X
X
Ghiaino per gatti
X
X
X
X
X
Corteccia
X
X
Terriccio
X
X
X
X
Sassolini da acquario
X
Ghiaia da acquario
X
X
X
Trucioli di pannocchia
X
X
X
Trucioli di carta riciclata
X
X
X
Fogli di carta assorbente
X
X
X
X
Tappetino di erba sintetica
X
X
X



RISCALDAMENTO

Ogni specie di serpente ha una temperatura corporea preferita (tcp) sia diurna che notturna e, per mantenersi in buona salute, con le difese immunitarie ben attive, deve vivere in un ambiente che gli permetta di ottenere e mantenere questa temperatura.
Il riscaldamento può essere dato da diverse mezzi e tecniche, come per esempio lampade riscaldanti, cavetti o tappetini anch’essi riscaldanti, che vanno collegati ad un termostato che li azioni o li spenga mantenendo la temperatura impostata costantemente. Nel terrario che ospiterà gli animali sarà indispensabile prevenire le ustioni proteggendo e isolando, almeno parzialmente, tappetini, lampadine e quant’altro. Le fonti di calore verranno sistemate in modo tale da permettere la formazione di un gradiente termico all’interno del terrario, cioè di zone a temperatura diversa, in modo che il serpente si possa spostare in base alle sue esigenze di termoregolazione. Avremo quindi delle zone più fresche ed altre più calde. In genere sotto la lampada (posta nella parte alta del terrario) troveremo la zona più calda, definita generalmente “punto caldo”.
L’abbinamento tra le griglie di areazione e le fonti di calore faranno si che si crei un movimento d’aria all’interno della teca che garantirà così un continuo riciclo.
Ora analizziamo le varie possibilità per il riscaldamento!

LAMPADA RISCALDANTE
La luce ultravioletta è divisa in tre bande, secondo la lunghezza d'onda: UVA, UVB e UVC. I raggi UVC causano immunosoppressione e tumori, ma fortunatamente vengono filtrati dall'atmosfera terrestre, e non ci interessano, mentre sono importanti per gli abitanti del terrario i raggi UVA e UVB.
I rettili hanno la capacità di vedere nello spettro UVA, e un tale tipo di illuminazione porta al rettile dei benefici psicologici, stimolando tra l'altro l'alimentazione e l'attività riproduttiva.
I raggi UVB sono indispensabili in certi sauri perché permettono la sintesi di vitamina D3, indispensabile per l’assimilazione del calcio.
Le lampade che producono UVB producono anche UVA. Al contrario, le lampade che producono UVA non necessariamente producono UVB: occorre controllare con attenzione nella confezione per verificare le caratteristiche della lampada. Le lampade che producono una sufficiente quantità di UVB non sono molto luminose, per cui devono essere usate in associazione a una normale fonte di luce.
L’uso di lampade ad emissione di luce UVB è indispensabile ai rettili vegetariani, mentre non serve ai rettili notturni, sotterranei, carnivori e in particolare ai serpenti.
I carnivori e gli onnivori possono utilizzare la vitamina D3 contenuta nelle prede, al contrario di molti rettili vegetariani che in natura non trovano nell’alimento la vitamina D3, ma che la sintetizzano esponendosi al sole.

·         I vegetali contengono vitamina D2, che è molto meno efficace della vitamina D3
·         I rettili vegetariani devono ricorrere alle radiazioni UVB per la sintesi di vitamina D3
·         In cattività si devono utilizzare le lampade UVB se manca l’esposizione alla luce solare diretta
Vitamina D3:
 Senza vitamina D3 viene assorbito solo il 10-15% del calcio alimentare
·         In presenza di vitamina D3 viene assorbito fino all’80% del calcio alimentare
·         Per la sua sintesi sono sufficienti pochi minuti di esposizione al giorno alla luce solare diretta
·         In natura i rettili regolano la loro esposizione alla luce solare per evitare una sovraesposizione







Sicuramente una delle fonti di calore più utilizzate in terrariofilia, ne esistono in commercio svariati modelli.
Lampade a luce chiara: possono essere a incandescenza (con filamento di tungsteno) o ad incandescenza al neodimio, come lampadine normali o faretti (basking spot o “punto caldo”) che concentrano la luce restringendone l’area di diffusione.
Il neodimio è un minerale che viene inserito all’interno del bulbo di vetro della lampadina perché filtra la componente gialla dello spettro visibile, rendendo così la luce emessa più bianca e permettendo anche l’uscita di bassissime quantità di raggi ultravioletti del tipo A (UVA).
Lampadine al neodimio: riscaldano e fanno risaltare maggiormente i colori dell’animale e delle piante eventualmente ospitate all’interno della teca; hanno però un costo maggiore rispetto a lampadine e faretti a incandescenza normali. Possono essere utilizzate di giorno, ma non di notte per non alterare il fotoperiodo dei serpenti (il periodo, in ore, di esposizione alla luce del giorno, che varia al variare delle stagioni). Se vengono controllate da un termostato si ha lo svantaggio che la luce si accende e si spegne in continuazione (evento stressante per l’animale).
Lampade a infrarossi: invece emettono una luce rossa attenuata e possono essere utilizzate anche di notte, come fonte di calore e, se collegate ad un termostato, non provocano disagi. Come fonte di calore dall’alto alla luce di quanto detto, potremo utilizzare una o più lampadine infrarossi di potenza adeguata alle dimensioni del terrario da riscaldare.
Lampade in vetroceramica non emettono luce, ma solo calore, per cui sono particolarmente indicate per questo scopo. Hanno costi maggiori ed è indispensabile raccordarle con appositi porta lampade in ceramica. 

Fonte luminosa
UVB
UVA
Luce visibile
Raggi infrarossi
Lampada diurna ad ampio spettro

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Lampada diurna a luce concentrata

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Lampada diurna alogena

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Lampada notturna a luce lunare


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Lampada infrarossi


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Lampada a vapori di mercurio auto-bilanciati (effetto solare)

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Repti glo 2.0
(lampada lineare)
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Repti glo 5.0




Repti glo 10.0
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Cavetti elettrici e tappetini riscaldanti:
La fonte di calore posta nella parte bassa del terrario sarà costituita da un tappetino elettrico o da cavetti riscaldanti con potenza adeguata alle dimensioni della teca.
Il tappetino o i cavetti dovranno occupare solamente una parte del fondo del terrario, comprendente l’area della vasca dell’acqua, possibilmente nella stessa parte dov’è presente la fonte di calore alta. In questo modo si formeranno nel terrario delle aree più calde e altre più fresche (gradiente termico) e verrà favorita l’evaporazione dell’acqua e l’incremento del tasso di umidità relativa nell’aria.
Cavetti (posizionati opportunamente) o tappetino, verranno attaccati all’esterno del terrario utilizzando del nastro adesivo o del silicone. Alcuni tappeti riscaldanti per terrari hanno già il collante predisposto per poter facilmente effettuare questa semplice operazione.
Se posizionati all’interno, anche se coperti con il substrato (naturale o artificiale) sono spesso causa di gravi ustioni e scottature nell’animale.
Anche in questo caso, il rettile rischia di ustionarsi se entra in contatto diretto con la zona calda.
Per questa ragione è meglio posizionare un fondo di substrato (naturale o artificiale) in modo da creare un distacco per evitare il contatto diretto del serpente con l’area riscaldata elettricamente.
Se utilizziamo come fondo cortecce o trucioli di segatura è utile comunque aggiungere del materiale isolante (es. fogli di giornale) che verranno fissati al fondo con del nastro adesivo, che verrà frequentemente sostituito assieme al substrato da voi preferito.
Usando fonti di calore esterne, avremo anche meno problemi da parte del serpente, che non rischierà di rimanere impigliato o folgorato. Essendo molto importante riscaldare convenientemente i rettili esotici (specialmente in inverno) suggerirei al terrariofilo di avere sempre una di queste fonti di calore come scorta.

"Rocce calde":
Le "rocce calde" sono rocce naturali o artificiali che racchiudono all'interno una resistenza elettrica. Si pongono dentro il terrario e il rettile si riscalda ponendovi sopra. Questi elementi forniscono un riscaldamento dal basso, che è innaturale per la maggior parte delle specie, che si riscaldano per l'irradiazione del sole. Sono inoltre causa molto frequente di ustioni e il loro uso è sempre sconsigliato anche se ,in dubbio gusto, estetiche.
 Il termometro:
Un comune termometro può essere utilizzato per misurare la temperatura all’interno del terrario, un termometro digitale a doppio rilevamento, invece, munito di una piccola sonda può rivelarci contemporaneamente la temperatura dell’area calda e fresca del terrario; ha costi accessibili e si acquista nei grandi magazzini presso i settori “automobili” o “giardinaggio”. Il filo della sonda è piuttosto lungo (fino a 3 m) e deve essere opportunamente raccolto e nascosto per evitare che il serpente vi rimanga impigliato. Il controllo costante della temperatura ci permetterà di capire quando durante la bella stagione, potremo staccare le fonti di riscaldamento per evitare di surriscaldare eccessivamente il terrario e quindi l’ofide ospitato; oppure con l’arrivo dell’autunno indicherà quando dovremo ricominciare ad utilizzare i nostri riscaldamenti.

UMIDITA'
Un igrometro ci permetterà di valutare il livello di umidità all’interno del terrario. Sul fondo della teca verrà messa una vasca piena d’acqua di dimensioni tali da permettere la permanenza al suo interno dell’ofide, specialmente nel periodo della muta; la vasca verrà riscaldata dal basso. L’acqua infatti verrà cambiata spesso, anche perché sarà possibile che il serpente ospitato possa scaricarvi direttamente le proprie deiezioni. In ogni caso gli escrementi dell’ofide allevato non dovrebbero rimanere nella teca più di 24 ore.
Utile sarà uno spruzzatore a pressione, del tipo normalmente usato per bagnare le piante, per irrorare con acqua tiepida o calda, di tanto in tanto, l’interno del terrario e il rettile stesso, specialmente durante il periodo dell’ecdisi.
Alla sera, al momento dello spegnimento della lampadina riscaldante e dei tubi al neon, spruzzate abbondantemente l’interno della teca con acqua calda o tiepida per imitare quello che avviene in natura, cioè l’innalzamento dell’umidità durante la notte. Se con questi suggerimenti non riuscite ancora ad avere sufficiente umidità per il vostro serpente tropicale, sarà possibile utilizzare degli umidificatori a ultrasuoni da usare all’interno o all’esterno del terrario. Le esperienze maturate, fino ad oggi, indicano che questi apparecchi non recano alcun disturbo ai rettili.

DIMENSIONI DEL TERRARIO
La dimensione minima del terrario deve essere tale da permettere un comportamento naturale, in primo luogo la termoregolazione. Una gran parte del comportamento dei rettili è incentrato sulla termoregolazione. Essendo ectotermi ("a sangue freddo"), non possono generare il loro calore interno e devono fare affidamento a fonti esterne di riscaldamento (in natura il sole). Spostandosi secondo la necessità tra zone più calde e più fredde del loro habitat naturale i rettili riescono a mantenere entro un determinato intervallo la loro temperatura corporea. In cattività i rettili devono potersi termoregolare in modo analogo, spostandosi da zone più calde a zone più fresche del terrario. Fanno eccezione le specie delle zone tropicali, dove la temperatura subisce cambiamenti minimi nel corso della giornata e delle varie stagioni. In questo caso la temperatura del terrario può essere relativamente costante.

Territorialità
Un fattore importante nel decidere le dimensioni del terrario è il numero di individui presenti. Infatti molti rettili sono altamente territoriali e facilmente lottano tra loro. Le lotte possono causare lesioni più o meno gravi e stress. Se si tengono insieme più soggetti si devono fornire nascondigli per ciascun esemplare e barriere visive, accesso ad acqua, cibo e calore e controllare l’insorgenza di segni di stress e aggressione.
Se si vogliono tenere più soggetti insieme, occorre considerare la natura territoriale della specie. I maschi sono generalmente più territoriali, soprattutto nella stagione riproduttiva. Si devono comunque fornire spazi sufficienti per tutti i maschi dominanti, e assicurare inoltre nascondigli per i subordinati.
Generalmente si tengono assieme esemplari che formano coppie, quindi un maschio ed una femmina, oppure un maschio con più femmine, si tende perciò ad evitare di tenere più maschi assieme.
Alcuni rettili sono estremamente aggressivi e territoriali (esempio i camaleonti), sia maschi sia femmine, eccetto che nella stagione riproduttiva, e vanno alloggiati da soli.
E’ necessario evitare di sistemare insieme specie che provengono da climi diversi, per la difficoltà di creare habitat che soddisfino tutte le loro diverse esigenze, e rettili piccoli con rettili carnivori di taglia maggiore, per il rischio che si mangino tra di loro. Come regola generale mescolare (accoppiando) soggetti di provenienza diversa, anche se appartenenti alla stessa specie, comporta il pericolo di trasmettere agenti patogeni (virus, batteri e parassiti) tra i vari rettili.

DIMENSIONI MINIME DEL TERRARIO PER I SERPENTI:

    Terrestre di grande taglia (moluro, anaconda, boa)= 120 x 120 x 60 cm
    Terrestre di piccola taglia (pitone reale, elaphe, falso corallo) = 60 x 30 x 30 cm
    Arboricolo (Morelia viridis, Corallus caninus)= Abbastanza alto per contenere i rami


    Neonato o molto piccolo 25 x 25 x 25 cm

DIMENSIONI MINIME PER SAURI DI GRANDE TAGLIA
                                                                      Larghezza: almeno una volta e mezza la lunghezza dell’animale
    Profondità: almeno due terzi della lunghezza dell’animale




    Altezza: almeno la lunghezza dell’animale

Queste sono misure minime, maggiore è lo spazio a disposizione dell’animale, migliori saranno le sue condizioni di vita. Quando si compra un rettile giovane, va presa in considerazione in anticipo la taglia che raggiungerà da adulto. Una delle cause principali di abbandono dei rettili è l’impossibilità di fornire uno spazio adeguato ad un animale che ha raggiunto una taglia considerevole.
Ricordo nuovamente che più sarà grande il terrario maggiori saranno le sue spese di gestione, con questo non voglio spingere a prendere terrari piccoli, manteniamo le adeguate dimensioni.

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